Vinicio Capossela ha rilasciato il video ufficiale di La padrona mia, il secondo singolo estratto dal nuovo album Canzoni Della Cupa, pubblicato il 6 maggio per La Cùpa/Warner Music.
Dopo Il pumminale, on air dal 29 gennaio, è il momento di questa canzone, in rotazione radiofonica nazionale da venerdì 6 maggio.
Il filmato è stato diretto da Sara Fgaier con la collaborazione di Pietro Marcello, Anna Di Martino, Giulia Cosentino e Cineteca di Bologna. Per vederlo cliccate sull’immagine dopo la quale potete leggere il testo da noi trascritto.
Prima di concludere, volevamo ricordare che a fine giugno prenderà il via il tour organizzato da F&P Group denominato Polvere (come il primo CD del nuovo album), al quale seguirà la tournée autunnale questa volta battezzata Ombra (come il secondo CD). Per il calendario dei concerti e per i biglietti vi rimandiamo su Ticketone. In caso di soldout vi consigliamo l’affidabile Viagogo.
Testo La padrona mia – Vinicio Capossela (Digital Download)
Quanto è bella la padrona mia
quando si mette la sua veste nuova
mi pare una palomba quando vola
e vola intorno alla sua masseria.
E i capelli ha, coi ricci in fronte
le ridono sugli occhi e sulle guance
pare che sia nata selvaggia
che il vento la solleva e la maneggia.
Quando cammina scuote il petto tondo
quei fianchi ondeggiano nell’andatura
mi scioglie il cuore in petto questa creatura
quando si china io non ho più cura.
E quando va per l’acqua giù alla fonte
l’amore vuole fare con l’amante
e alza il petto e scuote la fronte
quello che lui gli fa, lei solo sa.
Quanto è bella la padrona mia
quando si mette la sua veste nuova
mi pare una palomba quando vola
e vola intorno alla sua masseria.
E quando va per l’acqua giù alla fonte
l’amore vuole fare con l’amante
e alza il petto e scuote la fronte.
Quanto è bella la padrona mia
quando si mette la sua veste nuova
mi pare una palomba quando vola
e vola intorno alla sua masseria.
Una volta che la vidi sola
così come la fece la natura
distesa se ne sta e pensierosa
da allora il petto mio più non riposa.
Una volta che la vidi sola
così come la fece la natura
distesa se ne sta e pensierosa
da allora il petto mio… più non riposa.