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Claver Gold & Murubutu – Ulisse: audio e testo della nuova canzone

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Redazione

Ulisse è l’ottava traccia dell’album Infernvm di Claver Gold & Murubutu, uscito il 31 marzo 2020. Il testo e l’audio della canzone, scritta dagli interpreti e prodotta dal romano Valerio Alessi, aka DJ Fastcut.

Ulisse è un personaggio della mitologia greca, originario di Itaca; è uno degli eroi achei descritti e narrati da Omero nell’Iliade e nell’Odissea. Nella Divina Commedia, Inferno – Canto ventiseiesimo, Dante Alighieri immagina l’ultimo suo viaggio, l’ultima sfida oltre le Colonne d’Ercole, che si conclude con il naufragio provocato da un enorme vortice che sorge dal mare, quando la sua nave giunge in vista della montagna del Purgatorio e con la morte dell’eroe greco con tutti i suoi compagni.

Nel XXVI canto dell’Inferno, viene condannato insieme a Diomede alla tribolazione eterna, nella bolgia dei consiglieri di frode, a causa degli inganni perpetrati. Il peccato di Ulisse, oltre essere quello di aver provocato con le sue menzogne dolore e sofferenza, nasce anche dall’aver portato all’eccesso le sue virtù, confidando in esse senza il sostegno della Grazia divina, e volendo farsi simile a Dio stesso.

Nell’ottava bolgia dei cerchi dell’Inferno, vengono puniti i consiglieri fraudolenti, che vagano racchiusi in fiammelle: la lingua di fuoco è immagine della lingua con cui essi peccarono, dando consigli ingannatori.

Ulisse Claver Gold & Murubutu Testo

Download su: AmazoniTunes

[Murub.]
Sì, sì, ehi

Il mare scrive, canta rime al rostro delle barche
Io ho navigato lungo il filo delle coste barbare
Porti persi ad arte sulle rocce carsiche
Ora brucio con due punte in una di tre cantiche
Gli occhi immersi tra i miei sensi che hanno sempre sete (Ehi)
Il folle volo della fantasia
Fra i mondi immersi fra i riflessi presi in una rete
Sogno il ritorno per tornare via, via, via

[Claver G.]
Là dove voci di sirene offuscano la mente
Il mare si farà bollente e il ricordo latente
Dove ogni sbaglio era un bagaglio ricolmo di niente
Portare al limite il sapere in terre senza gente
Ogni capello era un serpente e mentre si fa sera
Sottocoperta conto i giorni a lume di candela
Ora che il vento si fa grande e gonfia la mia vela
Lei sta aspettando il mio ritorno, poi disfa la tela (eh, si)

[Murub.]
Visione nitida, ho visto me stesso e l’isola
Le prime ore là il sole scaldava Itaca
Dentro il mio cuore ogni rotta s’è fatta effimera e muta la nostalgia qui in una speranza liquida
La stessa conta che una volta lasciò tutti muti
La stessa mossa sulla costa lasciò tutti i bruti
E le onde aperte là, fra le colonne d’Ercole
La stessa forza che mi sposta e soprattutto hybris

[Murub.]
Vedi, qui va tutto bene
Tutto a gonfie vele
Come marinai
Le onde corte e intanto vieni
Qui con gli occhi pieni
Tutto quel che vedi
A me non basta mai

[Claver G.]
Sei, sei, sei, ah
L’ottava bolgia forgia fiamme mentre il giorno muore
Dentro ogni fuoco c’è lo spirito di un peccatore
C’è un grido stanco di dolore, l’eco fa rumore
Di chi cercava nuovi mondi in acque senza amore
Dove l’onore si fa largo navigando al largo
Esseri umani come schiavi dentro navi cargo
Nel porto gelido, letargo come in un embargo
La fedeltà premia l’attesa dentro gli occhi d’Argo

[Murub.]
E questa schiuma che profuma e mi sussurra lieve
E mischia l’alba alle correnti nella vita mia
Muove il traguardo verso nuove mete greche
Mentre mi incanto alla follia di questa sinfonia
Io che vidi le eclissi, che vinsi Calipso
Che vinsi gli abissi fra gli istmi mai visti
Che vinsi e sconfissi, sì, Scilla e Cariddi
Ora riposo sui fondali dell’Andalusia

[Claver G.]
Quando il ciclope mi parlò io risposi: “Nessuno”
E quando il mare ci affondò io risposi: “Nettuno”
Quando il cavallo in legno entrò, io scomparvi nel fumo
Poi dopo Circe navigammo al quinto plenilunio
Verso quei lidi inesplorati dove il sole desta
Cantami Musa dell’eroe di Grecia e le sue gesta
Che brucia lento tra le fiamme al canto della Bestia
Che sfidò il fato fino all’ultima triste tempesta

[Murub.]
Vedi, qui va tutto bene
Tutto a gonfie vele
Come marinai
Le onde corte e intanto
Vieni, qui con gli occhi pieni
Tutto quel che vedi
A me non basta mai

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