In vista della pubblicazione della docufiction dedicata alla sua carriera, Robbie Williams parla anche della giovane concorrenza
A distanza di 25 anni dall’album solista d’esordio Robbie Williams è tornato a esibirsi dal vivo. E presenta in questi giorni il documentario dedicato alla sua vita che è una lunga estensione di una vita non semplice e spesso a stretto contatto con il baratro.
Ma nella sua dimensione live, pur alla soglia dei 50 anni e con qualche chilo in più sui fianchi, Robbie Williams guarda al futuro con la serenità di chi tutto sommato ha raggiunto un certo equilibrio.
Robbie Williams, un documentario
Dopo avere chiuso il suo tour mondiale che lo ha portato anche in Italia con due appuntamenti alla Unipol Arena di Casalecchio, e uno a Lucca, Robbo – come lo chiamano i giornali inglesi – sta promuovendo la sua ultima fatica. Un documentario nel quale tutta la sua vita, dagli esordi a 16 anni ancora prima di entrare nei Take That, all’ultimo tour, passando per matrimonio, paternità e molte relazioni importanti, viene messa sotto analisi.
Sono passati 25 anni del suo album di debutto Life Thru’ a Lens che arrivò sparato alla numero #1 inglese e mondiale senza grandi difficoltà, trascinato da singoli come Angels, Old before I die e Let me entertain you. Il primo di dodici album solisti cui hanno aggiunti tre dischi del primo periodo con i Take That e altri tre successivi, quando la band si riformò tra 2010 e 2014 ottenendo un clamoroso successo in tour anche allo stadio di San Siro. E proprio mentre i Take That tornano insieme per l’ennesima volta, stavolta come trio e dunque senza Jason Orange, Robbie Williams prosegue il suo percorso artistico in autonomia.
Non si accontenta nemmeno più di una sola carriera. Mentre molti lo rivorrebbero di nuovo nei Take That lui in realtà sta lavorando a un altro progetto di dance elettronica denominato Lufthaus.
Robbie Williams vs Gary Barlow
Parlando con l’amico Scott Mills per celebrare i 25 anni del suo primo disco, Robbie Williams ha parlato molto di sé, del suo passato e anche del futuro: “Quando litigai la prima volta con Gary Barlow e lasciai la band, pensavo che fosse per una questione di resistenza e di sopravvivenza. In realtà fu solo il primo di una lunga serie di esaurimenti nervosi. Evidentemente a non andare bene non era solo il mio rapporto con il gruppo” dice Robbie Williams.
“Ero in totale overload, non reggevo il carico. Un po’ come se la casa stesse andando a fuoco e dovessi scappare. Volevo soltanto finire il tour e andarmene. Ma gli altri membri della band mi chiesero di andarmene subito. E l’ho fatto senza pensarci due volte” ricorda Robbie Williams.
Rivalità sanate
Tutto ruotava intorno alla rivalità tra lui e Barlow: “La gente ci voleva uno contro l’altro, anche nelle classifiche. Sembra un match di wrestling o di pugilato. Noi contro loro. La gente adora questo genere di cose. Io forse avevo davvero bisogno di quella energia. Gary no. In questo lui era più adulto di me. L’ho provocato spesso e lui non ha mai reagito alle mie provocazioni”.
I tempi dei conflitti sono lontani: “Quella di oggi è una relazione più sana ed equilibrata. In una famiglia dove è successo quanto di peggio potesse accadere siamo riusciti a ricostruire un clima di rispetto e tolleranza reciproca. Una famiglia nella quale io sarò sempre e comunque il fratello minore, scavezzacollo e imprevedibile. E Gary sarà sempre il fratello maggiore. Di lui ho detto cose di cui non sono orgoglioso”.
Niente alcol ma produce vino
In un certo qual modo i due sono rivali anche oggi. Come imprenditori. Sia Gary Barlow che Robbie Williams hanno investito parecchi soldi in una propria industria vinicola. Williams ha lanciato da poco la Rude Rise, etichetta che imbottiglierà vini, sidro, birra e liquori. Anche se lui, dopo una vita sull’orlo dell’alcolismo e della dipendenza, non tocca un bicchiere da anni.
Barlow dal canto suo propone on successo vini selezionati ed esclusivi su vasta scala. Lo scorso anno ha venduto mezzo milione di bottiglie.
….Su Harry Styles
Robbie Williams ammette di seguire con grande interesse chi, come lui, ha vissuto un’esperienza simile. E si riferisce ad Harry Styles che dopo lo scioglimento degli One Direction ha inaugurato una carriera solista di grande successo: “Lo vedo molto, molto simile a me. Sarà un caso ma ogni volta che chiedo un mio video a You Tube l’algoritmo me ne propone uno di Harry. Sto seguendo quello che sta facendo. Sta prendendosi il suo spazio ma, soprattutto, sta riempiendo uno spazio. Il palco è grande e può essere un posto estremamente solitario e malinconico”.
É bravo? Gli chiedono… “Bravo, molto. Forse quasi quanto me – conclude Robbie Williams con il solito gusto della provocazione – ma tutto lo si vedrà in un secondo momento e in prospettiva. Dovrà essere più bravo di me a scegliere le persone e gestire la pressione. Sono aspetti che molto spesso non si tengono in considerazione e in una carriera che tutti vorrebbero lunga è invece assolutamente fondamentale…”