La Belva è una canzone del rapper Mostro incisa per la colonna sonora del film omonimo diretto da Ludovico Di Martino, nelle sale cinematografiche dal 26 ottobre 2020.
Scritta dallo stesso Giorgio Ferrario, alias Mostro, e prodotta dal duo Enemies composto da Yoshimitsu e Manusso, la canzone (il testo e il video) doveva originariamente rientrare (al posto della brevissima “Grazie per la vostra attenzione”) nella tracklist di Sinceramente Mostro, terzo album in studio del rapper capitolino, pubblicato su Honiro Label il 3 marzo 2020 in digitale e il successivo 27 marzo nel formato CD.
Fino a venerdì 23 ottobre 2020 non era stato possibile rendere disponibile la track, a causa del ritardo dell’uscita di questa pellicola che vede protagonisti Fabrizio Gifuni e Andrei Nova.
All’orecchio mi parla un fantasma
vomito nel secchio un altro litro d’ansia
solo uno specchio in questa stanza
a dirmi che io sono vecchio ma non abbastanza
nello sguardo di chiunque nasconde la sua storia come la terra che ha sotto le unghie
amici morti e cicatrici ovunque
il corpo di chi ha attraversato chilometri di giungle
non ho le risposte
non so più chi è Giorgio
non so più chi è il mostro
non so se basterà l’amore di questo stron*o
per farti sentire bene, per proteggerti dal mondo
non so quand’è iniziata davvero questa mia guerra
non so come si ama, ma so quanto sei bella
non so se sono buono oppure solo una mer*a
non so se sono un uomo o sono io la belva.
io sono meglio di te e ti possiedo perché
restiamo insieme perché insieme siamo il peggio che c’è
la tua famiglia non c’è, cos’è rimasto per te?
Solo benzina e un accendino ed una bottiglia di Jack
adesso hai solo me, quindi facciamolo ora
distruggiamo qualcuno, dopo bruciamo qualcosa
devi scordarti il tuo passato come fosse un brutto sogno
siamo già tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Nella mia testa ho una foresta in fiamme
vorrei fuggire ma ho il cemento nelle gambe
quanto fatica un cuore grande
nel silenzio sento un angelo che piange
a mani nude scavo nella brace
ho una voliera al posto del torace
vedo una bara se mi dici: “pace”
i miei pensieri che creano l’inferno
mentre osservo l’oceano d’inverno
sono una barca che brucia in eterno
seguo la rotta sopra quest’acqua più grigia del ferro
ma se ti guardo negli occhi mi perdo
resti il mio fiore strappato dal vento
quando io tornerò a prenderti sarò cambiato
avrò domato la belva che ho dentro.
Io sarò meglio di te e non mi uccidi perché
so che lì fuori c’è qualcosa da aspettare per me
adesso siamo io e te
questa bottiglia di Jack, la lancio contro lo specchio
lo specchio contro di me
mentre va a fuoco il parquet, mi rendo conto chi ero
posso scoprire chi sono. posso cambiare davvero
sarò libero da te solo ora che io brucio vivo
il mio passato non è il mio destino.
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