Il testo e il significato di Mi ci pulisco il cuore, seconda traccia di 7, tredicesimo album in studio di Luciano Ligabue, rilasciato il 4 dicembre 2020 su Warner Records, a oltre un anno e mezzo dall’ultimo fortunato lavoro Start.
Per festeggiare i 30 anni di gloriosa carriera, il rocker pubblica un dico contenente 7 inediti ritrovati, riscritti e prodotti, tra i quali La ragazza dei tuoi sogni e Volente o nolente, che ne hanno anticipato la release, ma il progetto è anche disponibile nella versione 777, vale a dire 77 singoli (rimasterizzati nel 2020) che hanno fatto la storia del grande rocker, più l’album di inediti 7.
Che questo attesissimo progetto sarà il suo ennesimo successo non è difficile intuirlo, non è un caso che Liga abbia scelto di inserire sette nuove canzoni e di intitolarlo 7, numero per lui fortunato, direi magico, basti pensare che sette sono le lettere del suo nome e del suo cognome, che il 7 gennaio è San Luciano, che la L, iniziale del suo nome e cognome, capovolta forma un 7 e che il singolo più importante della sua carriera “Certe Notti”, fu inserito come traccia numero sette nell’album “Buon Compleanno Elvis”.
Con questa luna ruffiana
che ne vuole ancora
e batte la strada
con il tuo odore
mi ci pulisco il cuore
per un po’
se vuoi ci puoi giocare ancora
E questo sole di aprile
che scioglie il rancore
che sembra che chiunque
sappia dove stare
mi ci pulisco il cuore
ti dirò
ho ancora tutto da imparare
Finché tiene il cuore
ci vediamo in giro
con le tue paure
con le mie
con le tue paure
l’han chiamato vivere
Con questa musica leggera
che non la puoi pesare
e non puoi mica dirle
dove deve andare
mi ci pulisco il cuore
che se vuoi
se vuoi ti ci potrai specchiare
E se è il pensiero che conta
grazie per davvero
ti ci sei messa tutta
dentro quel pensiero
mi ci pulisco il cuore
per un po’
ci puoi comunque rimanere
Finché tiene il cuore
ci vediamo in giro
con le tue paure
con le mie
con le tue paure
l’han chiamato vivere
Con il risveglio perfetto
con te che sai baciare
il letto disfatto
e il resto ad aspettare
mi ci pulisco il cuore
finché avrò ancora un cuore da pulire
Finché tiene il cuore
ci vediamo in giro
con le tue paure
con le mie
con le tue paure
l’han chiamato vivere
l’han chiamato vivere
l’han chiamato vivere
Ce lo spiega il rocker stesso: Canzone ancipite, viaggia su un doppio livello. Il ritornello è brusco, quasi brutale (finché tiene il cuore / ci vediamo in giro / con le tue paure / con le mie / con le tue paure / l’han chiamato vivere) e si contrappone a strofe molto delicate, a volte quasi spirituali: «Pulirsi il cuore ogni tanto, con una luna ruffiana o il sole d’aprile, è un gesto importante. Del brano originale ho tenuto soltanto il ritornello e quel titolo sfacciato. Tutto il resto è stato scritto ex novo. È uno dei brani che amo di più in assoluto: mi piace la realizzazione, mi piace come suona, mi piace il fatto che ci siano ben tre assoli di chitarra», ha spiegato Liga.
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