Aggiornamento: è stato prodotto, scritto e diretto da Trilathera il video ufficiale che accompagna il singolo dei Marlene Kuntz, Fecondità, in radio dallo scorso 15 gennaio. Semplice ma efficace il filmato che potete gustarvi su Youtube cliccando sull’immagine in basso, dopo la quale trovate ulteriori informazioni su questo pezzo.
Scritto originariamente in data 15 gennaio 2016
Fecondità è il primo singolo dei Marlene Kuntz estratto da Lunga Attesa, decimo album in studio della band alternative rock, che vedrà la luce il 29 gennaio 2016, a un anno e quattro mesi di distanza dall’ultima fatica Pansonica. All’interno del disco, saranno presenti dodici tracce inedite. L’opera è pre-ordinabile su Amazon nelle versioni CD e digitale.
La nuova canzone Fecondità, viene trasmessa dalle emittenti radiofoniche italiane da venerdì 15 gennaio 2016, giorno dal quale è anche disponibile negli store digitali.
Riguardo questo pezzo, i Marlene hanno detto “Il suo tiro, la sua cantabilità, le sue chitarre groovy e noise al contempo, danno un’idea del tipo di attitudine del disco: una attitudine marcatamente rock, nel senso più ampio possibile, con un suono bello, scuro, sporco. Il testo invita alla morigeratezza nell’uso delle parole, dette e scritte: viviamo in un’epoca chiassosa dove tutti, sempre più, dicono tutto. E il silenzio, così proverbialmente ricco di preziosità, latita agonizzante”
Immagino che nei prossimi giorni verrà rilasciato il videoclip dell’inedito. Nell’attesa, cliccando sull’immagine sottostante relativa alla copertina, accedete all’audio integrale su Spotify. Iscrivendovi gratuitamente al portale, potrete ascoltare in streaming la canzone.
Appena dopo la copertina, trovate le parole che la compongono, da noi trascritte.
Fecondità testo – Marlene Kuntz (Digital Download)
Perché non governi la tua lingua
perché non l’ammutolisci un poco
perché se ti senti bella sempre
non provi a giocare questo gioco
c’era una volta la parola
e poi la parola fu tradita
togliti i panni da Iscariota
e indossa una bella museruola
se fossimo capaci di tacere
quanto ci riesce facilmente di parlare
avremo un’esistenza più felice
lo dice un saggio e ci si può fidare
lo so che ti piace intervenire
e che ti dona (forse “esonda”?) la bocca vanitosa
ma quant’è triste tu non sappia capire
che è forse la cosa più preziosa è stare qua
a riflettere un po’… sulla fecondità
di una quiete immobile
stare qua
ad avvantaggiarsi un po’
della fecondità
di una quiete immobile.
Fammi ascoltare il tuo silenzio
prova a scoprire che puoi farlo parlare
non c’è bisogno di farne una sentenza
che il tuo non dire potresti conquistare
potresti udire, potresti disprezzare
e poi capire se serve accusare
e in ogni caso mettila in archivio
anche lo sfondo se peggio sembra un savio (oppure “Anche lo stolto se tace sembra un savio”)
vieni qua
a riflettere un po’… sulla fecondità
di una quiete immobile
vieni qua
ad avvantaggiarti un po’
della fecondità
di una quiete immobile.
Di ciò di cui non sai
meglio non dire mai
molto sa chi non sa
se tacere sa.
Di ciò di cui non sai
meglio non dire mai
molto sa chi non sa
se tacere sa.
Di ciò di cui non sai
meglio non dire mai
molto sa chi non sa
se tacere sa.
Di ciò di cui non sai
meglio non dire mai
molto sa chi non sa
se tacere sa.