Ligabue – Incontro: audio e testo della cover di Francesco Guccini

Incontro è un brano scritto ed interpretato da Francesco Guccini, contenuto nell’album Radici (1972), che Luciano Ligabue ha reinterpretato per l’album tributo Note di viaggio – Capitolo 1: venite avanti, uscito il 15 novembre 2019. Il testo e l’audio di questa cover, una delle più apprezzate del disco.

Si tratta di una classica canzone del cantautore, caratterizzata da diverse strofe che si susseguono, quasi come fosse una lettera, che Guccini ha per l’occasione arrangiato in maniera adatta alla voce del rocker. In ambito cinematografico, Incontro è stata utilizzata nella colonna sonora del film Radiofreccia (1998) proprio di Liga.

copertina album Note Di Viaggio Capitolo 1 Venite Avanti

Ligabue – Incontro testo

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E correndo mi incontrò lungo le scale
quasi nulla mi sembrò cambiato in lei
la tristezza poi ci avvolse come miele
per il tempo scivolato su noi due.

Il sole che calava già… rosseggiava la città
già nostra e ora straniera e incredibile e fredda
come un istante “deja vu”
ombra della gioventù
ci circondava la nebbia.

Auto ferme ci guardavano in silenzio
vecchi muri proponevan nuovi eroi
dieci anni da narrare l’uno all’altro
ma le frasi rimanevan dentro in noi:
“cosa fai ora? Ti ricordi? Eran belli i nostri tempi
ti ho scritto è un anno, mi han detto che eri ancor via”.
E poi la cena a casa sua
la mia nuova cortesia
stoviglie color nostalgia.

E le frasi, quasi fossimo due vecchi
rincorrevan solo il tempo dietro a noi
per la prima volta vidi quegli specchi
capii i quadri, i soprammobili ed i suoi.

I nostri miti morti ormai
la scoperta di Hemingway
il sentirsi nuovi
le cose sognate e ora viste
la mia America e la sua
diventate nella via
la nostra città tanto triste.

Carte e vento volan via nella stazione
freddo e luci accesi forse per noi lì
ed infine, in breve, la sua situazione
uguale quasi a tanti nostri films:
come in un libro scritto male, lui s’ era ucciso per Natale
ma il triste racconto sembrava assorbito dal buio
povera amica che narravi dieci anni in poche frasi
ed io i miei in un solo saluto.

E pensavo dondolato dal vagone
“cara amica il tempo prende il tempo dà…
noi corriamo sempre in una direzione
ma qual sia e che senso abbia chi lo sa
restano i sogni senza tempo
le impressioni di un momento
le luci nel buio di case intraviste da un treno
siamo qualcosa che non resta
frasi vuote nella testa
e il cuore di simboli pieno”.


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