Aggiornamento: è online il video ufficiale che accompagna il singolo scritto ed interpretato dal giovane Kaligola intitolato Oltre il giardino, con il quale questo ragazzo concorrerà alla sezione Nuove Proposte di Sanremo 2015. Il rapper capitolino, è il più giovane concorrente alla 65esima edizione della kermesse (ha appena sedici anni). L’inedito parla in maniera piuttosto matura di emarginazione, mentre il filmato che potete vedere cliccando sull’immagine sottostante, è stato diretto e montato dall’interprete stesso.
La canzone sarà inclusa nel debut album omonimo, che dovrebbe essere rilasciato il prossimo 12 febbraio per RWM Records/Believe. L’album conterrà 11 canzoni scritte e composte dallo stesso Kaligola all’anagrafe Gabriele Rosciglione, ed arrangiate e prodotte da Dario Rosciglione ed Enrico Solazzo.
Scritto originariamente il 29 dicembre 2014
Anche il sedicenne Kaligola al secolo Gabriele Rosciglione, parteciperà alle Nuove Proposte di Sanremo 2015 con il brano intitolato Oltre Il Giardino.
Insieme al giovanissimo artista, saliranno sul palco del Teatro Ariston, Serena Brancale con il brano “Galleggiare”, Amara con il pezzo “Credo”, Giovanni Caccamo che canterà “Ritornerò da te”, Chanty “Ritornerai”, Kutso “Elisa”, Enrico Nigiotti che canterà “Qualcosa da decidere” e Rakele “Io non so cos’è l’amore”. Gli otto partecipanti alla sezione Nuove Proposte della kermesse, l’hanno spuntata su altri 52 concorrenti (audio delle sessanta canzoni).
Come ultimamente avviene a molti ragazzi che vogliono mettersi in mostra, anche Gabriele si è fatto notare tramite Youtube (quì il suo canale GabboFilm) con il brano caricato per gioco un paio d’anni fa intitolato “Ego sum Kaligola” (suo terzo video), un pezzo che tra l’altro, è stato scritto e musicato dallo stesso Kaligola, che ha anche montato il filmato. Quì potete accedere alla sua pagina Facebook e Twitter.
Per ascoltare l’audio integrale della canzone, cliccate sull’immagine sottostante, mentre a seguire trovate le parole che la compongono.
Testo Oltre il giardino – Kaligola
Questa è la storia di un uomo senza pi catene
Da dove sia venuto nessuno lo sa bene
Lui conosce il dolore ma lo tiene lontano
Stringe solo ciò che regge il palmo di una mano
Ha affermato la sua mente all’altezza del suo cuore
E dipinge ogni gesto coi colori dell’amore
Ogni grigio mattone è caduto tempo fa
Ora è un uomo diverso senza più necessità
Il suo nome è Giovani ha 64 anni, sorride ogni giorno sin dal primo mattino
Passa il tempo rovistando in un cestino
Qui nel parco lo conosce ogni bambino
Ma nessun vuol sapere o guardare oltre il giardino
La distanza e proiezione di quello che in realtà
Ci è più vicino
Così ciascuno passa avanti e riprende il suo cammino
E non cerca domani
E non sente più ieri
Tra le mani di sabbia
Non trattiene i pensieri
Solo il 10 novembre
Puoi sentirlo gridare
Lo si può trovare sempre al parco comunale
Un angelo barbone che fa guardia contro il male
Per i grandi è solamente un matto da evitare
Ma lui veglia sui bambini perché l’orco può tornare
Come un santo protettore
Scappato dall’inferno
Cammina a piedi nudi
Sia d’estate che di inverno
Ogni falsa speranza è caduta tempo fa
Ora è un uomo diverso senza più necessità
Come un santo mendicante ora non possiede niente
S’è spogliato del passato
Ha lasciato alle sue spalle
La sua forma più arrogante
Si trascina per la strada fischiettando dolcemente
Il dolore pesa meno se disciolto in ogni istante
E la sola melodia che adesso sente
E’ l’eternità illusoria del pensiero
E non cerca domani
E non sente più ieri
Tra le mani di sabbia
Non trattiene i pensieri
Solo il 10 novembre
Puoi sentirlo gridare
Per la gente del quartiere è un povero demente
Che cammina senza meta
con uno sguardo assente, non ricordano che un tempo
Controllava la sua vita ma
che quella di suo figlio dalle dita gli è sfuggita
Il tempo è denaro e non si può sempre giocare
Ti ho portato anche ai giardini, fammi lavorare
Questo sempre diceva, ma è stato tempo fa
Ora il figlio non chiama, non cerca il suo papà
Il suo nome è Giovanni, ha 64 anni
Ha inventato un calendario senza affanni
Solo il 10 di novembre
nella nebbia del mattino
puoi sentirlo urlare il nome di un bambino
E’ il passato che ritorna e lascia senza fiato
Una crepa che si apre nel suo viso ormai strappato
E guardando oltre quel muro puoi vedere il suo destino
Stilla il sangue delle rose sulla neve del giardino
E non cerca domani
E non sente più ieri
Tra le mani di sabbia
Non trattiene i pensieri
Solo il 10 novembre
Puoi sentirlo gridare
Una voce nel vuoto
E un nome che ormai
Non sa più pronunciare.