Camice bianco è una bellissima canzone di Giulia Molino, che racconta il punto di vista di un medico in tempi di pandemia. La cantautrice l’ha condivisa a fine aprile sui social network e rilasciata il 6 maggio 2020.
Il testo di questo significativo e toccante brano della 21enne, che ha sfiorato la vittoria all’ultima edizione di Amici. Ascolta la canzone scritta di suo pugno in questo lunghissimo periodo di quarantena.
E mentre gran parte di noi era richiusa nelle proprie abitazioni, c’era chi trascorreva ogni giorno all’interno dei vari ospedali: i malati, i volontari, gli infermieri e i medici, che mettendo a repentaglio la loro stessa vita, cercavano di salvarne delle altre. Loro si che sono dei veri eroi, perché sempre al servizio dell’umanità e perché parte di essi ci ha purtroppo lasciato, come parte dei pazienti, deceduti a causa di questo maledetto virus, che ha scombussolato le vite di tutte le persone che popolano il mondo intero.
Il brano, come detto, racconta come si sente un medico di questi tempi, perché egli è per prima cosa una persona, che ha sentimenti, che ha paura per questa difficile situazione e che allo stesso tempo soffre nel vedere tante vite spezzate e per non essere riuscito a salvarle.
Testo Camice bianco
Sono quasi dieci ore che mi reggo in piedi
girando tra barelle e corridoi pieni
è un nemico astratto che non vedo e che non sento
mi sembra di lottare, sì, ma coi mulini a vento
tu che mi ascolti nel cielo oppure accanto
non vedi? Sono solo un uomo col camice bianco
dammi un po’ di forza, che qui non è abbastanza
ho la testa fra le mani e sono chiuso in questa stanza
mi chiedono: “dottore, quanto mi rimane?”
con la maschera, una lacrima non fa rumore
lascia segni sul mio viso come fa una guerra
e finché io sono vivo non sarà una guerra persa.
A volte penso che sia naturale se
le gambe cedono e vorrei scappare
vedo quegli occhi chiamarmi per nome
senza il camice bianco siamo solo persone
ci sarà un tempo per ricominciare, per
dimenticare tutto questo dolore
ripartiremo dalla cose buone
senza il camice bianco siamo solo persone.
A volte io ci penso a quanto stronxa sia la vita
e nonostante questo non mi piego mica
fatica e poi sudore e poi la voglia di star bene
se bene ancora senta l’eco di quelle sirene
ne vale la pena, un sorriso, un solo gesto
vedere che l’amore fa il suo giro e torna indietro
e se mi chiedi cosa sento in questo momento
ti direi paura, ma comunque io non smetto
di donarmi a chi vorrebbe solo respirare
a chi non vede il mare ma si sente affogare
a chi saluta un figlio con dei baci alla finestra
a chi va via per sempre mentre il figlio è lì che aspetta.
A volte penso che sia naturale se
le gambe cedono e vorrei scappare
vedo quegli occhi chiamarmi per nome
senza il camice bianco siamo solo persone
ci sarà un tempo per ricominciare, per
dimenticare tutto questo dolore
ripartiremo dalla cose buone
senza il camice bianco siamo solo persone.
Ho il viso dilaniato di chi avverte l’impotenza
e piango di nascosto ma non è una debolezza
la sera torno a casa e tolgo il mio mantello bianco
domani è un altro giorno e con un guanto asciugo il pianto.
A volte penso che sia naturale se
le gambe cedono e vorrei scappare
vedo quegli occhi chiamarmi per nome
senza il camice bianco siamo solo persone
ci sarà un tempo per ricominciare, per
dimenticare tutto questo dolore
ripartiremo dalla cose buone
senza il camice bianco siamo solo persone.