Torna Damon Albarn con un album che pone tante aspettative. Il titolo è tutto un programma: ‘The Nearer the Fountain, more pure the stream’. L’artista può permettersi, visto il successo ottenuto con i suoi lavori, di pubblicare solo di tanto in tanto ciò che gli va e quando gli va.
I numero di Damon Albarn fanno invidia a parecchi. Milioni di copie venduti con i Gorillaz, ma anche con i musicisti maliani ha avuto grandi soddisfazioni.
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Damon Albarn torna con un album pieno di successi assicurati
Inizialmente pare che Damon Albarn aveva pensato a questo album per la Festa delle luci di Lione, che voleva da lui delle canzoni senza particolari fronzoli o limiti artistici.
Damon ha così cercato altri colleghi con cui lavorare e ha trovato alcuni musicisti di Reykjavik. L’obiettivo era quello di dare alle sue canzoni un taglio nostalgico e che facessero immaginare il suggestivo paesaggio islandese.
Purtroppo però poi è arrivata la pandemia, il mondo si è fermato e lui è stato ‘costretto’ ad affidarsi a delle mani già note: l’ex chitarrista dei Verve Simon Tong e il compositore Mike Smith. E’ venuto fuori così un album pop più coerente che medita su passato e futuro come ha ammesso lo stesso artista.
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Damon e il suo ultimo lavoro
Ovviamente, tutto l’album non poteva non risentire dell’influenza della scomparsa del percussionista Tony Allen. Anche il lockdown c’ha messo il suo rendendo le atmosfere di alcune canzoni più suggestive.
Non troveremo di certo ritornelli orecchiabilissimi ma sicuramente tanti strumenti che renderanno la musica più gradevole come un sassofono jazz e una vecchia drum machine.
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C’è una canzone d’amore, Royal Morning Blue, che non malinconia sullo sfondo, ma vera angoscia dettato dal terribile periodo che ha visto purtroppo la morte di tante persone amate.
Un mix di tristezza e paura, ansia del presente e del futuro stravolto da un virus incontrollabile.