Rilasciato il 1° gennaio 1968, White Room è stato il un singolo deella rock band Cream estratto dal terzo album Wheels of Fire, uscito il successivo 9 agosto. Il brano viene utilizzato in Joker 2019, al cinema dal 3 ottobre 2019.
Se da un lato vi è la soundtrack originale composta dall’islandese Hildur Guðnadóttir, che a parer mio ha fatto un ottimo lavoro, dall’altro la pellicola utilizza canzoni abbastanza celebri e particolarmente adatte allo scopo, come quella in oggetto, che scandisce la rivolta esplosa nel finale a Gotham City.
Scritto dal poeta Peter Brown & Jack Bruce e prodotto da Felix Pappalardi ed ebbe grande successo, soprattutto in Australia, Canada, Nuova Zelanda e negli States.
In the white room with black curtains near the station
Black roof country, no gold pavements, tired starlings
Silver horses ran down moonbeams in your dark eyes
Dawnlight smiles on you leaving, my contentment
I’ll wait in this place where the sun never shines
Wait in this place where the shadows run from themselves
You said no strings could secure you at the station
Platform ticket, restless diesels, goodbye windows
I walked into such a sad time at the station
As I walked out, felt my own need just beginning
I’ll wait in the queue when the trains come back
Lie with you where the shadows run from themselves
At the party she was kindness in the hard crowd
Consolation for the old wound now forgotten
Yellow tigers crouched in jungles in her dark eyes
She’s just dressing, goodbye windows, tired starlings
I’ll sleep in this place with the lonely crowd;
Lie in the dark where the shadows run from themselves
Nella stanza bianca con tende nere vicino alla stazione
Paese dal tetto nero, niente marciapiedi d’oro, storni di uccelli stanchi
Cavalli d’argento correvano lungo raggi di luna nei tuoi occhi scuri
La luce dell’alba ti sorrideva mentre te ne andavi, la mia soddisfazione
Aspetterò in questo posto dove il sole non splende mai
Aspetta in questo posto dove le ombre scappano da se stesse
Hai detto che nessuna corda poteva legarti alla stazione
Biglietto per i binari, motore irrequieto, finestrini d’addio
Sono entrato alla stazione in un momento così triste
Mentre uscivo, sentivo che il mio bisogno era appena iniziato
Aspetterò in fila quando i treni torneranno
Mi sdraierò con te dove le ombre scappano da se stesse
Alla festa lei era gentilezza tra la folla [Nota: Probabilmente una metafora che indica che iniziò a fare uso di droga come via di fuga dai dispiaceri, molto probabilmente la cocaina.]
La consolazione per la vecchia ferita ormai dimenticata
Tigri gialle accovacciate nella giungla nei suoi occhi scuri
Si sta solo vestendo, finestrini d’addio, storni stanchi
Dormirò in questo posto con la folla solitaria;
Sdraiato nell’oscurità dove le ombre scappano da se stesse
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