Reale è il secondo singolo del cantautore siciliano Lorenzo Urciullo alias Colapesce, estratto dal secondo album in studio Egomostro, pubblicato lo scorso 3 febbraio per 42 Records.
Prodotta da Mario Conte, l’uscita dell’opera è stata anticipata dal singolo Maledetti Italiani, il cui filmato diretto da Zavvo Nicolosi, è stato realizzato dal collettivo catanese Ground’s Oranges.
L’animato video ufficiale che accompagna il secondo tassello della seconda era discografica del cantante di Solarino, è invece stato diretto da Zavvo Nicolosi del collettivo Ground’s Oranges, che avevano diretto anche il video di “L’altra guancia”, i disegni e le animazioni sono opera di Michele Bernardi (uno dei più noti e talentuosi cartoonist italiani, che aveva già collaborato con Colapesce per il video di Restiamo in casa), mentre la sceneggiatura di Lorenzo Urciullo e Zavvo Nicolosi.
Nel filmato definito come “altamente cinofilo”, alcuni fra i film più amati e radicati nell’immaginario collettivo si mescolano in una sequenza che ha la non-logica del sogno.
La clip è stata realizzata con una tecnica che mescola Rotoscope, riprese effettuate ad arte e animazione disegnata a mano, “Reale” tuffa il suo protagonista – lo stesso Colapesce – in una serie di scene fra le più celebri del cinema pop contemporaneo: e come nel sogno, in cui chi sogna è contemporaneamente primo attore e spettatore, la prospettiva cambia di continuo e così le situazioni, che si susseguono rapidissime scivolando una dentro l’altra.
Per vedere su Youtube questo filmato cliccate sull’immagine in basso, dopo la quale potete leggere le parole che compongono la canzone.
Prima di concludere, ricordiamo che l’artista è attualmente impegnato nella tournee, per presentare Egomostro con uno spettacolo trascinante, sia dal punto di vista sonoro che estetico. Ecco le prossime date:
Testo Reale – Colapesce (Digital Download)
I tuoi sospiri sono delle note così eleganti a tempo sincopate.
Disintegro i pensieri negativi quando nel sonno mi stringi da dietro
e un prato di emozioni in dormiveglia,
come sei dolce con la bocca aperta,
prima di addormentarmi vado a bere ti lascio lì in un campo di pace.
Un’eclissi nel mio letto,
la stanza è un planetario,
forse sarai l’amore al microscopio.
Stavolta non consulto più nessuno,
amare basta e lo faccio a testa alta,
amare basta e lo faccio a testa alta,
amare basta.
I tuoi sospiri sono delle note così eleganti a tempo sincopato.
Disintegro i pensieri negativi quando nel sonno mi stringi da dietro,
il seno sotto inteso e tra le righe, di un pigiama provato dal tempo.
Un’ipotesi nel letto finita lì per sbaglio che sarà quale libro che non conosco.
Stavolta non consulto più nessuno amare basta e lo faccio a testa alta, amare basta e lo faccio a testa alta, amare basta.
Stavolta non consulto più nessuno amare basta e lo faccio a testa alta, amare basta e lo faccio a testa alta, amare basta.
Non serve l’ipnosi regressiva non serve un mago è solo la vita, non serve un mago è solo la vita, la vita, la vita.
“Volevo provare a scrivere un brano alla Modugno e farlo suonare come una hit pop a cavallo tra gli anni settanta e gli anni ottanta. Il testo dice una delle cose più difficili che mi sia mai capitato di scrivere: ‘Amare e basta, lo faccio a testa alta’. Sembra una banalità buona giusto per una canzone, ma per applicare questo concetto alla vita vera – reale, appunto – bisogna lavorare duramente” firmato Colapesce.
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